Nido dell’Aquila, Via Paolo Rolli, 12 06059 Todi PG
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Cenni storici
Il complesso del “Nido dell’Aquila occupa il sito di un antico monastero di terziarie francescane fondato nella prima metà del secolo XV da Lucrezia Della Genga ( da cui il nome “delle Lucrezie” ) ed esistito come tale fino al 1897. Ad oltre vent’anni dall’abbandono, nell’estate del 1919, un gruppo di cittadini chiese e ottenne in affitto dal Comune, garantendone il restauro a proprie spese, parte dei locali dismessi e in avanzato degrado, per realizzarvi “un circolo…con teatro annesso, sullo stampo delle antiche accademie”*. Il circolo resuscitò lo storico nome di Accademia dei Convivanti, e come tale, fu inaugurato il 1 gennaio 1921, con una rappresentazione teatrale. Seguì un settennio di intensa attività, inizialmente solo teatrale (estesa alla Filodrammatica), poi, dal 1923, anche cinematografica, accolta in trasferimento dalla Società “Marzia Todi”, su sua espressa richiesta. Il settennio “Convivanti” ebbe termine il 22 dicembre nel 1928, quando il nuovo potere fascista impose lo scioglimento dell’Accademia e l’ingresso, in suo luogo, del “Dopolavoro”. I locali furono di nuovo ristrutturati e ulteriormente arricchiti, con il potenziamento sia dell’esercizio cinematografico, che accolse il sonoro, sia della Filodrammatica, che conobbe una delle più felici stagioni della sua storia. Si ebbe, dunque, un Cinema Teatro Dopolavoro, fino alla conclusione della guerra, o più precisamente, al passaggio del fronte, che a Todi avvenne nel giugno del ’44. Caduto il Regime e soppresso il Dopolavoro, le attività continuarono, sia filodrammatiche, sia cinematografiche, in nome, prima di un generico Circolo Popolare Ricreativo, gestito dal Comune, poi, dalla fine del ’45, di un “C.r.a.l.” (sigla di “Circolo Ricreativo Assistenza Lavoratori), in dipendenza del neo costituito “E.n.a.l.”( ovvero “Ente Nazionale Assistenza Lavoratori”). Dunque, si ebbe un Cinema Teatro C.r.a.l., che per tutto il dopoguerra e fino alla metà degli anni Cinquanta interagì con altre due sale di nuova istituzione, ricavate, l’una dal Teatro Comunale rimesso a cinema dal Natale del ’47 e l’altra, realizzata nello stesso periodo, dalla ex chiesa di San Nicolò, con “status” di cinema parrocchiale. Contemporaneamente la terrazza pensile veniva attrezzata a piattaforma estiva per serate danzanti di grande suggestione e richiamo. Poi con sciagurata decisione ( una delle più insensate e dannose del Novecento tuderte), l’Amministrazione Comunale decise lo smantellamento dell’intero complesso in vista di una diversa utilizzazione, e la sala per spettacoli cessò di esistere dopo trentasei anni di storia cinematografica e teatrale. L’ultimo giorno ne fu l’Epifania del 1957. E di storia ne cominciò un’altra, di segno opposto, fatta di laboratori, astuccifici e palestre, con parallelo degrado strutturale e ambientale. Una vuoto di trent’anni, che ebbe termine nel settembre del 1987, quando Silvano Spada, nella prima edizione del suo Todi Festival, iniziò il recupero della sala, alla quale poi fornì arredo adeguato. Il nuovo nome ( il quarto) fu quello del rione stesso, cioè “Nido dell’Aquila”. Dunque un Teatro del Nido dell’Aquila, prese le mosse nell’ambito del Todi Festival e fu attivo per undici anni, dopodiché, col ritiro di Spada nel 1998, conobbe un nuovo periodo di chiusura, per sopravvenute complicazioni e incertezze amministrative, a cui seguì una nuova inaugurazione il 7 luglio del 2006, con la ripresa di un’attività che, però, è rimasta circoscritta alla settimana del Todi Festival, nelle sue successive direzioni artistiche, compresa quella dello Spada-bis , e a qualche recita di gruppi amatoriali. Attività, come si vede, solo teatrale, che non agisce in continuità. Anche a questo, dunque, può ovviare il ritorno del cinema, oltre che a rivitalizzare un luogo che è, ancora oggi, uno dei massimi punti di riferimento per la memoria cittadina.
*Statuto e Regolamento della risorta Accademia dei Convivanti in Todi, Tipografia Tuderte, 1921, pag. 12.
Testo del prof. Manfredo Retti